La levatrice di Cardè (LAR Editore, 2024 ) di Erica Bonansea è un romanzo storico che trascina il lettore nella campagna piemontese del XVII secolo con straordinaria intensità e realismo. Il libro prosegue le vicende narrate in La figlia dello speziale, approfondendo il cammino e i legami dei personaggi già cari ai lettori.

La protagonista Bianca, donna coraggiosa e intraprendente, madre, moglie, levatrice e conoscitrice delle erbe, vive quotidianamente il fragile equilibrio tra autonomia personale e rigide convenzioni sociali. In un tempo in cui l’indipendenza femminile è sospetta e spesso temuta, ogni gesto e ogni scelta possono attirare accuse di stregoneria o dileggio da parte del borgo.

La narrazione di questo raffinato romanzo è elegante e suggestiva: le strade di Cardè, il castello, l’abbazia di Staffarda e i paesaggi lungo il Po prendono vita grazie alla cura dei dettagli e alla ricchezza descrittiva: Erica Bonansea indugia sui particolari della vita quotidiana, dalle fatiche domestiche alle pratiche di guarigione, rendendo credibile ogni aspetto della quotidianità secentesca che viene raccontata. I salti temporali e i flashback ben orchestrati, consentono di approfondire il passato dei personaggi e spiegare gli avvenimenti donando alla lettura una maggiore intensità emotiva. Il lettore entra senza indugi in empatia con i protagonisti, accompagna Bianca, Elia, il giovane Giacomo e tutti i loro numerosi familiari, in ogni azione, vivendo con loro timori, speranze e piccoli drammi quotidiani. Ne risulta una lettura avvincente e pienamente immersiva.

Particolarmente interessante è il modo in cui l’autrice approfondisce la figura della masca, leggendaria donna del folklore piemontese, integrandola direttamente nella trama e rendendola parte integrante delle vicende dei personaggi. Le masche erano donne considerate, secondo il popolo, benevole o malvagie e dotate di presunti poteri sovrannaturali. Ancora oggi rappresentano un patrimonio culturale che l’autrice rende vivo attraverso la sua narrazione.

Erica Bonansea mostra come la superstizione e le credenze popolari influenzassero profondamente la vita di tutti i giorni, intrecciando storia e folklore in un tessuto narrativo ricco e inaspettato. La digressione nel paese di Bricherasio, per difendere una presunta masca, diventa così occasione per esplorare le tensioni tra superstizione e verità, tra giustizia, credenze religiose e paura popolare.

Approfondisci qui la storia delle masche.

La levatrice di Cardè è un’opera originale che coniuga rigore storico, fascino folklorico e intensa introspezione dei personaggi. Erica Bonansea ricostruisce un mondo lontano ma tangibile dove il coraggio di una donna può sfidare superstizione, pregiudizio e convenzioni sociali.

Questa storia è consigliata a chi ama i romanzi storici che uniscono avventura, vita quotidiana e folklore locale; agli appassionati di storie di donne coraggiose e indipendenti che affrontano il loro tempo con determinazione e intelligenza; e a chi desidera immergersi in un Piemonte seicentesco vivido e ricco di tradizioni, dove la storia si intreccia con le leggende popolari. È ideale anche per chi ha letto La figlia dello speziale, poiché ne prosegue le vicende con coerenza e profondità, offrendo una continuità narrativa appagante e ricca di emozioni.

La levatrice di Cardè è un viaggio appassionante nel passato, un romanzo che avvince per la sua autenticità storica, per la forza dei personaggi e per il fascino senza tempo delle leggende piemontesi.


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“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”

Italo Calvino

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