Un’ora lunga trenta anni di Veronica Delcarro è un romanzo che ti prende nell’anima, ti avvolge in una spirale di emozioni forti, travolgenti, e ti costringe a guardare la sofferenza, la rabbia e la speranza nei loro volti più crudi e autentici.
La storia di Sveva, una donna che tenta di fare i conti con il proprio passato segnato da un dolore insopportabile, diventa un viaggio che ti scuote, ti sfida e, alla fine, ti trasforma. In queste pagine, ti rendi conto che, anche nei momenti di abisso più assoluto, può emergere una forza inaspettata, capace di guidarci verso la luce.
Sveva è la protagonista che, dopo trent’anni, deve fare i conti con un trauma che le ha rubato la serenità: uno stupro che riaffiora improvvisamente, mettendo in crisi ogni equilibrio, sconvolgendo la sua vita, facendo vacillare tutto ciò che credeva di aver costruito.
Il romanzo è un lento e doloroso processo di svelamento, dove il ricordo della violenza si fa strada durante un percorso di terapia di coppia, spalancando una ferita mai guarita, che si risveglia in tutta la sua devastante intensità. La forza di questo libro non è solo nell’intensità del trauma e di come viene raccontato dall’autrice, bensì nel cammino di rinascita che la protagonista intraprende. È un cammino che, grazie al sostegno di chi la ama e della psicoterapia, la porta ad affrontare, finalmente, il suo dolore, a guardarlo negli occhi e a trovare, nonostante la ferita, una nuova forza.
Il cuore pulsante di questo libro è il messaggio di speranza che riesce a trasmettere, anche nei momenti più bui. Un’ora lunga trenta anni non è solo un’esperienza di lettura complessa, poiché si vive nel profondo, ma una vera e propria immersione nella forza inaspettata che risiede in ognuno di noi. Una storia che invita a non arrendersi, anche quando tutto sembra perduto, a non permettere che il buio ti inghiotta.
Sveva ci insegna che la guarigione non è mai lineare: è fatta di alti e bassi, di momenti di sconforto che si alternano a piccoli miracoli quotidiani di speranza. La sua storia, pur segnata dal dolore, diventa un inno alla resilienza, alla capacità di ricostruirsi, di risorgere anche quando sembra che nulla possa essere più lo stesso.
Un’ora lunga trenta anni è un invito a non avere paura di guardare dentro noi stessi e di affrontare le cicatrici del passato. È un invito anche a capire che le ferite più profonde, se affrontate con coraggio, possono diventare segni di una forza che non pensavamo di possedere, e che possono trasformarsi in un’opportunità di rinascita. Il romanzo di Veronica Delcarro ci insegna a vivere con consapevolezza e a non dimenticare mai che la speranza è sempre una strada percorribile, anche nei momenti più difficili.
