Articolo di Diana Colucci

Quando finalmente arriva la stagione dalle mille sfumature dei colori caldi, non si può fare a meno di pensare alle bellissime e suggestive immagini dei parchi giapponesi. Il Giappone e l’autunno hanno un legame indissolubile che va oltre lo spettacolo naturalistico che l’isola offre al resto del mondo durante questo periodo dell’anno.

 Il Kōyō ( 紅葉 ) è il termine giapponese che indica la bellezza del fogliame autunnale che si colora di rosso, giallo ed arancione. Fenomeno culturale di grande importanza, è divenuto anche centrale nel turismo giapponese poiché attira turisti da tutto il mondo che accorrono sull’isola per godere di questo spettacolo unico, che lascia davvero tutti a bocca aperta e con gli occhi colmi di stupore.

Ammirare il Kōyō è un’attività molto amata dai giapponesi, che dedicano spesso il loro tempo libero ad escursioni in montagna e visite ai giardini: la contemplazione del fogliame autunnale infatti, è una pratica che ormai perdura da secoli e prende il nome di momijigari. I colori accesi dell’autunno sono considerati un simbolo del cambiamento e della bellezza fugace della natura: l’autunno incarna pienamente nella filosofia di vita nipponica, il concetto di mono no aware, ovvero la sensibilità verso la transitorietà della vita, da guardare con occhi malinconici ma consapevoli. L’autunno, con la sua natura dai colori affascinanti e mutevoli, rappresenta quella bellezza resa così unica proprio dalla sua effimera transitorietà.

Romanzi che ispirano questo tipo di sentimento ed emozioni, sono davvero adatti dal leggere nel periodo autunnale e possono offrire importanti spunti di riflessione, oltre che regalarci la possibilità di viaggiare in posti lontani anche restando fermi.

Red Girls della scrittrice Kazuki Sakuraba edito in Italia da Edizioni E/O affascina già solo dalla sua stupenda copertina, decisamente autunnale: è la storia di tre generazioni di donne giapponesi, Man’yō, Kemari e Tōko, appartenenti alla ricca famiglia Akakuchiba, che si ritrovano a vivere i cambiamenti sociali e storici del Giappone del dopoguerra, mescolando realismo e elementi magici.

Una saga familiare al femminile che vi stupirà. Raffiche d’autunno di Natsume Sōseki, edito in Italia da Edizioni Lindau, ci trasporta nel Giappone del periodo post-restaurazione Meiji, dove anche in questo caso centrale è il tema della trasformazione, vissuta attraverso l’incontro di tre personaggi che riflettono i cambiamenti sociali e culturali circa quarant’anni dopo la caduta del regime Tokugawa, un periodo di rapida apertura del Giappone all’Occidente.

La danzatrice di Izu del premio Nobel per la letteratura Kawabata Yasunari edito in Italia, in una nuova veste molto suggestiva, da Mondadori, è un’altra opera decisamente perfetta per il periodo: il paesaggio in cui si svolge il viaggio del protagonista è la penisola di Izu, descritta nella sua veste dai colori autunnali. Qui, il giovane protagonista errante, incontra la danzatrice Kaoru e la sua compagnia: la ragazza diviene musa del giovane per via della sua pura bellezza. La descrizione della bellezza del paesaggio di Izu in autunno contribuisce a creare un’atmosfera davvero poetica, accentuando il tema della transitorietà della bellezza e dei sentimenti, una tematica cara allo scrittore. 

L’autunno è anche il periodo che crea l’atmosfera ideale per narrare racconti spaventosi e misteriosi, quindi non può davvero mancare tra le vostre letture Storie giapponesi di paura di Lafcadio Hearn nella sua recente uscita per Rizzoli, un’edizione stupenda accompagnata dalle bellissime illustrazioni di Elisa Menini, che vi farà immergere completamente nel mondo fantastico del folklore giapponese, ricco di storie popolate da spiriti, demoni, creature per metà animali e per metà donne, mutaforma che mettono in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti. Davvero imperdibile. Buona lettura!


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“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”

Italo Calvino

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