
Sette donne di Lydie Salvaire, Prehistorica Editore 2025.
Emily Brontë, Colette, Virginia Woolf, Djuna Barnes, Marina Cvetaeva, Ingeborg Bachmann, Sylvia Plath.
Sette pazze. Alle quali vivere non basta. Mangiare, dormire e cucire, è davvero tutta qui, la vita? si chiedono. Sette pazze che seguono ciecamente un richiamo. Sette fanatiche per le quali scrivere è vivere.
Lydie Salvayre – già premio Goncourt per il fortunato romanzo Non piangere (Prehistorica Editore, 2024) – si abbandona a quest’arte del ritratto, come prima di lei Cioran e Sainte-Beuve, scegliendo le autrici che le hanno segnato la vita, che hanno reso feconda la sua opera.
Sette capitoli ispirati da eroine della letteratura. Scomode, scandalose, sono testimoni a modo loro del mondo che tanto hanno sofferto quanto contribuito a sagomare. Le loro creazioni sono ormai monumenti letterari, che Lydie Salvayre fa rivivere svelandoci il dietro le quinte, raccontando la storia privata di queste grandi scrittrici, fatta di bellezza, dismisura, ribellione, ma anche di fragilità e disperazione. Sette donne in carne e ossa.
Sette figure emblematiche della letteratura. Singolari e passionali, trascendono il proprio dolore personale nell’opera; sarà invece il loro rapporto col quotidiano a essere vissuto in maniera tragica. Ma non è forse questo “quotidiano” ad aver segnato la Storia? Quello della Parigi anteguerra, degli Anni folli, della Russia stalinista…

LYDIE SALVAYRE nasce nel 1948 in Francia da genitori spagnoli rifugiati, sfuggiti alla guerra civile. Laureata in medicina, esercita la professione dello psichiatra prima di dedicarsi integralmente alla scrittura.
Tenera e graffiante, umoristica e malinconica, potente e travolgente, la sua voce inconfondibile sonda vibrando le profondità dell’animo umano, facendo così da originale contraltare al livellamento dello stile ormai tanto di moda.
“Nell’ambito delle autrici francesi contemporanee Lydie Salvayre merita un discorso a parte: col suo talento dirazzante lei è la disobbediente e, sotto molti aspetti, l’unica che si arrischi effettivamente sul terreno della ricerca” Marcello Fois (dalla prefazione a Non piangere).
Tradotta in una ventina di lingue. Questa è la sua terza opera pubblicata da Prehistorica Editore, dopo La Conferenza e Non piangere, che le è valso ill Prix Goncourt.

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