Articolo di Valentina Gattuso

“Kin” significa “oro”, “tsugi” significa “unione”: questo è il significato della parola tanto cara ai giapponesi. Un’arte affascinante e misteriosa, che porta con sé tratti di dolore e, al tempo stesso, di bellezza. Si tratta di un lavoro di riparazione che, tramite l’utilizzo di una polvere d’oro, riporta in vita l’oggetto rendendolo ancora più prezioso.

Una tecnica millenaria e, allo stesso tempo, una metafora di vita: guarire le ferite dell’anima ed esaltare le cicatrici, rendendole oro e quindi preziose. Da queste può nascere una nuova forza, una nuova energia che vedrà la luce.

Evidenziare i difetti, non vergognarsi della fragilità, ma al contrario esaltarla, perché la vita è un insieme di pezzi, e spetta all’individuo lo sforzo della loro unione. Curare le ferite del cuore e portarle nuovamente a brillare.

Interessante a riguardo è il libro Kintsukuroi – L’arte di curare le ferite dell’anima di Thomas Navarro (ed. Giunti), dove l’autore ci insegna ad applicare quest’arte nella nostra vita, a curare le nostre ferite, diventare maestri di noi stessi e ricomporre le fratture dell’anima.

Nel libro Kintsukuroi: Manuale pratico di resilienza e crescita personale di Michele Donnelly, attraverso il suo viaggio riusciremo a trasformare le avversità, a coltivare la nostra forza interiore e sviluppare una mentalità resiliente, in grado di affrontare ogni difficoltà con saggezza e praticità.

Altro interessantissimo libro sul tema è Il pensiero giapponese. Viaggio nello stile del Sol Levante di Le Yen Mai, dove aspetti come wabi-sabi, hanasaki, ikigai e tanti altri vengono affrontati e messi a frutto nella vita odierna. Questo libro è un itinerario alla scoperta della cultura nipponica.

Un cuore spezzato che si affida all’arte del kintsukuroi diventerà sicuramente più forte.

Un altro libro davvero interessante è Kintsugi – Il dolore che aiuta di Gioacchino Allasia (ed. Macro). Attraverso le ferite emozionali dell’essere vivente, vengono citate le biografie di personaggi famosi che, dai loro fallimenti, hanno tratto la forza per andare avanti.


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“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”

Italo Calvino

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