Vivere è andare alla continua ricerca di un equilibrio tra quello che siamo, quello che avremmo voluto essere e quello che gli altri avrebbero voluto da noi. Liberarci dalle aspettative degli altri, restituirci a noi stessi – qui risiede il grande, singolare potere di una storia come quella di Dario, medico che abbandona la professione per dedicarsi alla sua vera grande passione: l’illustrazione grafica.

Quando Alice, ex compagna di studi in medicina che si è ritrovata paziente per un intervento chirurgico, gli affida il suo romanzo autobiografico con la speranza che sia proprio lui a illustrarlo, Dario scopre una storia preziosa, capace di guidarlo in un cammino fisico e immaginario verso la sua terra natale. Un viaggio per riscoprire le sue origini ma soprattutto per tornare diverso. Un pellegrinaggio nei luoghi dell’anima come vera e propria catarsi, bagno rigeneratore dal quale ripartire con rinnovata positività.

I suoi dialoghi immaginari, le sue riflessioni sul presente e sul futuro, ricordano il poeta Khalil Gibran quando afferma: «Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa».

Il soffitto capovolto significa dunque cambiare registro, perché arriva sempre, prima o poi, il momento in cui bisogna voltare pagina, non per rinnegare ciò che è stato ma solo per dar vita a quello che sarà.

Sull’autrice

Daniela Alampi vive e lavora a Roma. Dopo la laurea in Medicina si è specializzata in Anestesia e Rianimazione. Ha studiato Criminologia e Scienza della comunicazione non verbale. È ricercatrice all’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2012 il suo esordio nella narrativa con la raccolta Ritagli di storie, cui sono seguiti Coriandoli e il suo primo romanzo, Senso vietato. Con LuoghInteriori a pubblicato nel 2021 la raccolta di racconti Il passeggero oscuro e nel 2023 Il talismano di Zagara. Il soffitto capovolto (2024) è il suo ultimo romanzo


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“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”

Italo Calvino

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