Villa Speranza è pronta ad accogliere amici, amanti, e segreti mai svelati. Per il compleanno di Max, carismatico e irresistibile padrone di casa, tutto sembra perfetto: sole, piscina e un gruppo selezionato di ospiti. Ma dietro i brindisi e le risate, si nascondono passioni irrisolte, gelosie e tradimenti che minacciano di esplodere. Angelica pensava di avere tutto sotto controllo. Fino a quando Alex, il suo amore del passato, torna a complicare ogni cosa. Tra sguardi rubati e parole non dette, il confine tra amore e odio si assottiglia pericolosamente. E Daniel, ignaro e fiducioso, inizia a dubitare di tutto ciò che credeva sicuro. Amori, inganni, e giochi di potere: nessuno alla villa è al sicuro dalle conseguenze. Ogni scelta potrebbe cambiare tutto. Sei pronto a scoprire il lato oscuro del desiderio? Benvenuti a Villa Speranza, dove nulla è come sembra e ogni emozione può essere l’ultima.
Amori e altri inganni, Debora Fedrigo, 174 pp.

Buongiorno Debora, Amori e altri inganni affronta temi come l’ambiguità dei sentimenti, il peso dei segreti e la fragilità dei legami: da quale esigenza personale o narrativa è nata l’urgenza di raccontare questa storia?”
Amori e altri inganni è nato da un’urgenza emotiva prima ancora che narrativa. Sentivo il bisogno di esplorare quello spazio grigio in cui i sentimenti si contraddicono, dove l’amore può ferire, la verità può essere troppo tagliente e i silenzi diventano più eloquenti delle parole. Credo che tutti prima o poi, ci confrontiamo con l’ambiguità dei legami: relazioni che ci attraggono e allo stesso tempo ci destabilizzano, persone che amiamo ma che non riusciamo a comprendere fino in fondo. Questa storia è il mio modo per dare voce a quelle emozioni complesse e spesso taciute. Scriverla è stato come guardarsi allo specchio senza filtri, con la consapevolezza che ogni personaggio porta con sé una parte di me, anche nelle sue contraddizioni.
Tra i tanti personaggi che popolano la storia, ciascuno con le proprie contraddizioni, emozioni e ombre, ce n’è uno in particolare con cui ti piacerebbe sederti a parlare, magari davanti a un caffè, e che domanda gli faresti oggi, da autrice ma anche da donna?
Tra tutti, mi piacerebbe sedermi a parlare con Angelica. E’ il personaggio che più mi ha toccata nel profondo, forse perché sotto la sua apparente forza nasconde una fragilità che conosco bene. E’ una donna che lotta per mantenere il controllo, che si costruisce un’immagine solida per non crollare, ma che dentro ha un mondo in fermento, fatto di desideri taciuti, dolori mai confessati e un bisogno d’amore che spesso si scontra con orgoglio e paura. Le chiederei: “Quando hai smesso di credere di meritare qualcosa di bello, senza doverlo pagare a caro prezzo?” Perché Angelica è in fondo lo specchio di tutte quelle donne che si sono sentite “troppo” o “non abbastanza”, che hanno imparato a proteggersi a forza di delusioni, e che ancora cercano un modo per lasciarsi amare, senza dover rinunciare a se stesse.
L’amore è descritto come un sentimento intenso, a volte tormentato, sempre attraversato da dubbi e ferite: secondo te è davvero possibile raccontare l’amore nella sua autenticità senza passare anche dal suo lato più oscuro? Cosa ci trasmettono i tuoi personaggi a riguardo?
Credo che raccontare l’amore senza toccare il suo lato oscuro significhi, in un certo senso, edulcorarlo, renderlo irriconoscibile. L’amore autentico, quello che ti cambia, che ti espone, che ti mette a nudo, non è mai solo luce. E’ fatto di dubbi, contraddizioni, di ferite che a volte ci infliggiamo proprio nel tentativo di proteggerci o di trattenere l’altro. Nel mio romanzo i personaggi vivono l’amore in modo imperfetto, a volte doloroso, ma sempre profondamente umano. Ci trasmettono che amare non significa avere sempre ragione, ne trovare un equilibrio stabile. Significa accettare anche la possibilità di perdersi, di fallire, di non essere ricambiati come si vorrebbe, eppure restare disposti a rischiare. L’amore che racconto è un campo di battaglia emotivo, ma anche un’occasione di verità. Ed è proprio attraverso le crepe che, a volte, entra la luce.
Il perdono e la sincerità emergono come strumenti di guarigione e libertà: questo messaggio nasce da un’intuizione narrativa oppure rispecchia anche un vissuto personale che hai voluto trasformare in parole?
E’ entrambe le cose. Da un lato, è nato in modo narrativo: mi interessava osservare come i personaggi, nel momento in cui smettono di mentire, agli altri ma soprattutto a se stessi, iniziano lentamente a liberarsi. Il perdono nel romanzo non è facile e nemmeno immediato, è un processo lento e doloroso, che richiede una resa. Ma quella resa, se autentica, è il primo passo verso la guarigione. Dall’altro lato però non posso negare che questo tema affondi radici anche in un vissuto personale. Ho capito che trattenere il rancore o continuare a indossare maschere, alla lunga ci allontana da noi stessi prima ancora che dagli altri. In fondo, la sincerità e il perdono sono gli unici strumenti reali che abbiamo per ricominciare, dentro e fuori da una storia.
Quando il lettore chiude l’ultima pagina di Amori e altri inganni, quale traccia emotiva o riflessione vorresti che restasse con lui: una domanda, un senso di speranza, o forse la voglia di guardarsi dentro con più onestà?
Mi piacerebbe che nel lettore restasse una domanda che continua a lavorare dentro: “Quanta parte di me ho nascosto, per amore degli altri? E quanto sono disposta/o a mostrarmi davvero, anche se fa paura?” Vorrei che il lettore si portasse dietro una sensazione di vicinanza, di aver visto riflesso qualcosa di proprio nei personaggi, anche nelle loro fragilità scomode. E soprattutto che sentisse che non c’è nulla di sbagliato nell’essere contraddittori, nell’aver amato male, o nell’aver sbagliato per amore. C’è sempre la possibilità di ricominciare, ma solo se si ha il coraggio di guardarsi dentro con onestà. E se, tra le pieghe della storia, resta anche un po’ di speranza, allora forse questo libro ha fatto bene il suo mestiere.
Che tipo di scrittrice sei nel tuo approccio alla scrittura e se dovessi dare tre motivi validi per cui qualcuno dovrebbe leggere Amori e altri inganni quali sarebbero?
Sono una scrittrice molto intuitiva e istintiva ma anche molto esigente, scrivo di getto quanto sento l’urgenza di una scena o di un’emozione, ma poi rileggo, smonto e riscrivo…fino a quando ogni parola non suona vera. Per me la scrittura è un atto di immersione: entro nella pelle dei personaggi, vivo con loro. Tre motivi per cui leggere il mio romanzo:
– perché racconta l’amore senza idealizzarlo, con tutte le sue ambiguità, i suoi vuoti e le sue contraddizioni. E’ una storia che parla col cuore;
– perché i personaggi sono imperfetti, fragili, veri e ognuno può ritrovare in loro una parte di sé
– perché, nonostante tutto, è un libro che crede nella possibilità di ricominciare, anche dopo gli errori, anche dopo il disincanto.

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