Il commissario e l’Amor sacro, Doron Velt, Giovane Holden Edizioni 2024, 125 pagine.

Ci racconti come è nata l’ispirazione per l’opera Il commissario e l’Amor sacro

Alcuni passaggi nella mia vita personale, la nascita nei giorni di reggenza dell’Angelo citato nel libro, Pahaliah, e poi la costante, incredibile presenza di questi giorni in quelli della mia vita. Da ragazzo, la sopravvivenza quasi miracolosa a un sarcoma. Nei decenni tutto questo mi ha reso chiaro che solo attingendo alla dimensione spirituale e a tutto ciò che essa contiene tali passaggi potevano venire pienamente illuminati. E la vita essere vissuta come deve, come ci è richiesto. Queste le sorgenti del libro.

Il commissario Bruno Delano è una figura carismatica e misteriosa. Che tipo di protagonista ha voluto creare? Quali tratti distintivi lo rendono riconoscibile e memorabile agli occhi del lettore?

Si scrive non perché le cose escano da noi ma perché possano appartenerci ancora più profondamente. Da noi a noi. Questo avviene ben prima che entri in scena il lettore, cui spettano invece giudizio e innamoramento. Bruno Delano e le sue cifre sono una parte di me. Come è per ogni autore circa il suo personaggio. La protezione dell’Angelo e la propria natura spirituale sono riconosciute e vivificate (come del resto il lavoro investigativo stesso del commissario) tramite l’amore di una donna. La natura pigra, malinconica e pessimista  di Bruno Delano, che è anche mia, partecipa alla risoluzione degli enigmi, alla discussione sul Vero, sul Male e il Bene raggiungendo la meta solo grazie a un miracolo: il potere di Eugenia.

Il legame tra Bruno ed Eugenia appare profondo, complesso, quasi alchemico. In che modo questo rapporto va oltre l’amore tradizionale e quale significato assume all’interno della narrazione?

Delano ed Eugenia sono la coppia spirituale. La creazione di queste coppie è, per dirla con un famoso cabalista, l’attività (la Creazione è continua) “cui Dio dedica più tempo”. Nell’esoterismo tutto, occidentale e orientale, è una diade ben nota da sempre, di cui abbiamo molti esempi. Dai Veda al Cristo, al secolo scorso. Una sola cosa, che non può mai essere divisa. Nel romanzo l’azione congiunta di Eugenia e Delano illumina i casi e le storie, le colpe e l’orrendo. In una parola, e solo per questo, redime.

Il confronto tra Bene e Male attraversa l’intero libro, sviluppandosi su piani etici, spirituali e sociali. Quale riflessione ha voluto proporre al lettore attraverso questo conflitto?

Se tutto è Uno, come in Verità è, il Bene e il Male non esistono distinti, il secondo non è che un Bene non al proprio posto, in trasformazione. Il tormento e la sofferenza personale fanno parte di questo gioco. È la prima cosa che viene compresa da chi salga anche di un solo grado in consapevolezza spirituale. Questo Male che è in divenire verso la Luce è l’oggetto di tutte le visioni di Eugenia ed è il modo con cui il commissario guarda le sue indagini. E in fondo il senso della Manifestazione universale, se ce ne è uno. In alcuni dei capitoli del mio libro sono descritti i crimini più orrendi; uno, nel capitolo “L’uomo nel coro” è tale da non poter nemmeno essere raccontato. Di fronte a questa visione unitaria l’orrendo perde ogni potere, non ci terrorizza. Possiamo provare a sorridere davanti a  Satana e alle sue opere.

Qual è il messaggio che desidera lasciare a chi legge?

Desidero lasciare nel lettore la consapevolezza che l’asse della sua coscienza è stato spostato, anche di un solo grado. Verso i mondi sottili, spirituali. La certezza che un Amore come quello tra Bruno Delano ed Eugenia Horvat è una delle chiavi, forse la sola, che può aprire la porta verso questi mondi. Più alti e invisibili ma che sono, benchè serrati, ogni istante con noi. Mondi che, per chi sa vedere, precedono e determinano il nostro. La certezza che Eugenia esiste, in qualche luogo della terra, per raggiungerci  come compagna spirituale o apparendo, per un istante,  nelle nostre vite.

Il personaggio di Delano ha lasciato il segno. Possiamo sperare di ritrovarlo in una  nuova indagine?

In autunno usciranno per lo stesso editore “I polittici dell’Angelo”, una raccolta di racconti divisi in sezioni. Non apparirà Bruno Delano ma ritorneranno l’Avversario e i suoi miracoli neri, i suoi dialoghi con gli uomini. Sto poi lavorando a un romanzo che parte da una delle prime indagini del Commissario, una indagine privata e “familiare”. Eugenia non era ancora apparsa nella sua vita.


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“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”

Italo Calvino

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