Nel vasto panorama della letteratura, esiste un genere affascinante che sfugge alle classificazioni rigide, fondendo l’immaginario lirico con la narrazione fluida: la prosa poetica.

A differenza della poesia tradizionale, non segue schemi rigidi né rime predefinite, ma conserva una musicalità nel suo interno grazie alla potenza delle parole e all’uso di immagini evocative. La sua forza risiede nell’abilità di esprimere emozioni e pensieri complessi attraverso un linguaggio ricercato e suggestivo, mantenendo al contempo la fluidità della narrazione in prosa.

Questo stile o sensazione d’animo, come si preferisce, offre grande libertà creativa, permettendo di giocare con il linguaggio, sperimentare metafore audaci e creare atmosfere immersive. La prosa poetica non ha paura di abbandonare le convenzioni narrative per esplorare il flusso di coscienza, frammenti di pensieri o descrizioni potenti, che restano scolpite nella mente di chi legge.

Le radici della prosa poetica affondano in autori come Baudelaire e Rimbaud che iniziarono gia’ nel XIX secolo a sperimentare nuove forme espressive.

La prosa poetica crea una melodia interna al testo, avvicinandolo alla musicalità della poesia. Le descrizioni sono vivide e ricche di simbolismo. Le immagini non sono solo decorative, ma servono ad evocare emozioni profonde e a creare atmosfere suggestive.

A differenza della poesia tradizionale, la prosa poetica ha una struttura libera, permettendo una narrazione più fluida e spontanea. Spesso la prosa poetica si concentra sull’interiorità dei personaggi o dell’io di chi narra, esplorando pensieri, emozioni e stati d’animo complessi.

In un’epoca in cui le parole vengono spesso consumate rapidamente, la prosa poetica invita ad una lettura più lenta e riflessiva, riscoprendo il potere evocativo del linguaggio. La prosa poetica ci ricorda il potere dell’immaginazione e della bellezza, un invito a rallentare, a riflettere e a riscoprire la magia della letteratura.

La prosa poetica non e’ solo un modo di scrivere, ma un modo di vedere e sentire il mondo. Un linguaggio dell’anima, capace di trasformare le parole in emozioni e di trasportare chi legge in mondi sconosciuti e meravigliosi. E, forse, in questo risiede il suo fascino eterno e universale.

Articolo di Martina Greggi

Martina Greggi è nata a Tivoli il 31 marzo 1974. Oltre alla scrittura ha la passione per la fotografia e dipinge tele astratte. Il suo primo libro è Anima e Luna (Albatros), ora esistente in versione e-book dal titolo Anima Libera (Next Book, Leone Editore), segue Ali e Vento edito da Aletti Editore. Arte e Diamanti è la sua ultima pubblicazione (Aletti Editore). 


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“L’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla.”

Italo Calvino

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